Un problema che si è aggravato con la pubertà e la prima adolescenza.
Avevo proprio una terribile balbuzie.
Ed è stato allora che ho cominciato a soffrire.
I compagni mi prendevano in giro, e io non sapevo che fare.
D'altra parte, starmi a sentire era un calvario.
Poco dopo ho avuto la fortuna di iscrivermi a un corso di recitazione, credo fosse il primo anno di liceo.
Il teatro mi ha aiutato tantissimo.
Quando memorizzavo le parole e le battute intere, non balbettavo più.
E' stato come un miracolo.
O meglio, l'inizio della soluzione del mio difetto.
So che ci sono stati tanti altri attori e attrici che hanno risolto allo stesso modo, con la recitazione e la memorizzazione, quell'incespicarsi delle parole.
Altri lo hanno risolto con il canto.
Altri ancora, lontano dalle scene, non lo hanno superato per niente.
Io ho continuato a balbettare fuori dal teatro per qualche anno, ma a forza di stare sul set sono riuscito a sconfiggere questo dramma personale.
Oddio, ogni tanto quando mi innervosisco o sono emozionato, ancora tartaglio un pochino, ma riesco a controllare l'handicap.
Si, perché per tanto tempo l'ho proprio vissuto come un handicap: ero convinto che non sarei mai stato capace di esprimermi come tutti gli altri, che sarei stato sempre diverso.
Una sensazione di impotenza orribile.
L'autostima a pezzi.
Posso dire che l'autodisciplina che mi ci è voluta per controllare la balbuzie mi ha aiutato molto nella mia carriera di attore, con tutti gli inevitabili alti e bassi.
Così mi è servita ad affrontare tanti altri ostacoli dell'esistenza.
Bruce Willis, attore
Tratto da Ok Salute e Benessere, maggio 2013, confessione raccolta da Silvia Bizio
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