Il decalogo dell'eloquenza...


1. Catone diceva: Rem tene, verba sequentur. Ovvero: padroneggia l'argomento, le parole arriveranno da sole.

Dunque, la chiave è prepararsi accuratamente. Aiuta anche a rispondere alle eventuali domande del pubblico.

2. Preparate una scaletta, una traccia o l'intero discorso. Evitate  però di imparare il testo a memoria.

Fate una prova generale, fissando bene soprattutto l'inizio e la fine del ragionamento.

3. Stabilite alcune parole chiave per ogni passaggio. Saranno utili per mantenere il ritmo e vi aiuteranno a esporre con ordine.

4. Il tono e l'atteggiamento devono essere confidenti, ma non troppo colloquiale. Mantenete il portamento eretto, sorridete, non fate trapelare il nervosismo.

5. Sbagliato sfuggire il contatto visivo con l'uditorio, ma anche fissare lo sguardo su un'unica persona: fa sentire esclusi tutti gli altri.

6. Moderare la velocità. Si può arrivare a 120 parole al minuto, ma i discorsi che fanno più effetto e vengono ricordati meglio ne prevedono 60.

Rallentate nei passaggi più importanti.

7. Rendete il discorso personale. Rafforzate le idee con aneddoti, con qualche piccola forma di ironia: le persone proveranno immediatamente interesse per ciò che viene raccontato e saranno più disposte a prestare attenzione.

8. Usate un linguaggio semplice, in grado di evocare metafore. Non siate troppo tecnici, astratti nè gergali.

9. Se è possibile, usate strumenti di supporto: immagini, grafici...

Dalle vecchie slide agli ultimi notebook. Insomma, tutto ciò che consente di spiegare meglio e rafforzare i passaggi chiave.

10. Chiudete quando c'è ancora interesse. Ai primi segnali di distrazione, pronunciare la fatidica frase: "E per concludere....".


Tratto da un articolo di Sveva Salvini, su News, settembre 2012 - a questo link, trovi un ebook interessante

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